Crisi politica ucraina del 2008

La crisi politica ucraina del 2008 ha avuto inizio dopo che il partito del Presidente Viktor Juščenko, Blocco Ucraina Nostra - Autodifesa Popolare (NU-AP), si è ritirato dalla coalizione di governo a seguito di un voto su una legge del 4 settembre 2008 che mirava a limitare i poteri del Presidente; durante il voto il Blocco Julija Tymošenko (BJuT), facente capo al Primo ministro Julija Tymošenko, ha votato con il Partito delle Regioni, che si trova all'opposizione. La legge avrebbe richiesto il consenso del Primo Ministro per la nomina e per l'allontanamento del Procuratore Generale, avrebbe dato al governo il potere di nominare i capi del governo locale nel caso il Presidente rifiutasse i candidati[1], avrebbe tolto al Presidente il diritto a rifiutare un candidato a Primo Ministro, e a sollevare dalla carica i Ministri della Difesa, dell'Interno e degli Esteri.[2][3] Il Presidente Juščenko affermò che la condizione per tornare ai negoziati in Parlamento (Verchovna Rada) era una chiara posizione riguardo alla guerra in Georgia e Ossezia del Sud, oltre che l'abrogazione di tutte le leggi costituzionali adottate dopo il 3 settembre[4]. Juščenko sostenne che si era formata una coalizione "de facto", con "nessun altro scopo oltre quello di compiere un colpo di Stato ed usurpare il potere nella nazione"[5]. La Tymošenko affermò che le reali intenzioni del partito del Presidente nel "dichiararle guerra" erano mirate ad assicurargli la vittoria alle prossime elezioni presidenziali, nonostante ella stesse ancora cercando la ricostruzione della coalizione tra i due partiti[6]. Il Primo Ministro riaffermò la propria posizione riguardo al conflitto georgiano, sostenendo di essere neutrale e in linea con l'Unione europea[2].

Jurij Lucenko, capo del Movimento Civile "Autodifesa Popolare" (parte del Blocco Ucraina Nostra-Autodifesa Popolare), affermò che la rottura della coalizione era stata provocata dal Segretariato del Presidente e che l'"Autodifesa del Popolo" era categoricamente contro questa azione[7].

I media stranieri hanno riportato che la crisi politica era stata generata dal conflitto armato tra Russia e Georgia che aveva avuto inizio nell'agosto 2008 ed iniziò con una disputa tra il Presidente Viktor Juščenko e il Primo Ministro Julija Tymošenko sulla reazione dell'Ucraina a tale conflitto. Il Presidente diede il proprio sostegno alla Georgia e criticò fortemente la Russia, mentre altri partiti si dimostrarono più neutrali ed assunsero posizioni più bilanciate riguardo alle due parti in guerra. Il 16 settembre, il crollo della coalizione BJuT/NU-AP fu annunciata ufficialmente.[8] Dopo il fallimento della ricostruzione della coalizione, il Parlamento ucraino fu sciolto dal Presidente l'8 ottobre 2008, spianando la strada alle terze elezioni parlamentari in tre anni[9], divenute poi sempre meno probabili a causa della creazione di una nuova coalizione, avvenuta il 16 dicembre 2008, tra il Blocco Julija Tymošenko, Ucraina Nostra e il Blocco di Litvin; il 19 dicembre 2008, infatti, il Presidente Viktor Juščenko ha affermato che "la situazione non è più la stessa di tre mesi fa, e pertanto parlare di elezioni anticipate come risoluzione del problema è ora irragionevole".[10]

La crisi si è infatti conclusa quando la coalizione arancione è stata riportata in vigore con l'inclusione del Blocco di Litvin; questo è avvenuto dopo che Volodimir Litvin è stato eletto Presidente del Parlamento.[11]

L'ex Presidente della Polonia Aleksander Kwaśniewski ha affermato che lo scioglimento della Verchovna Rada da parte di Juščenko è stato "dannoso anche per se stesso. C'era una possibilità di formare una larga grande coalizione composta da Blocco Julija Tymošenko, Ucraina Nostra e Blocco di Litvin, e vi stavamo lavorando. Il Presidente Juščenko potrebbe subire un contraccolpo inaspettato".[12]

  1. ^ La Verchovna Rada toglie i poteri a Juščenko, nominando il Procuratore Generale e i capi degli oblast e delle amministrazioni cittadine, Western Information Agency, 4 settembre 2008. URL consultato l'11/09/2008.
  2. ^ a b Perché la coalizione ucraina filo-occidentale di è divisa, Time, 4 settembre 2008. URL consultato il 10/09/2008 (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2008).
  3. ^ Juščenko può sciogliere il Parlamento, Bloomberg, 3 settembre 2008. URL consultato il 10/09/2008 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2009).
  4. ^ Il Presidente pone le condizioni per la risoluzione della situazione in Parlamento, Ufficio stampa del Presidente Juščenko, 5 settembre 2008. URL consultato il 05/09/2008 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2008).
  5. ^ La nuova coalizione de facto era un tentativo di colpo di Stato, Ufficio stampa del Presidente Juščenko, 11 settembre 2008. URL consultato l'11/09/2008 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2008).
  6. ^ Tutto ciò che alimenta la crisi in Ucraina, Xinhua, 4 settembre 2008. URL consultato il 10/09/2008.
  7. ^ Lucenko non si dimetterà, Ukrainian Independent Information Agency, 17 settembre 2008. URL consultato il 17/09/2008.
  8. ^ Crolla la coalizione filo-occidentale ucraina, Agence France-Presse, 16 settembre 2008. URL consultato il 16/09/2008 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2008).
  9. ^ L'Ucraina va al voto per la terza volta in tre anni, su radionetherlands.nl, Radio Netherlands, 8 ottobre 2008. URL consultato l'08/10/2008 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2009).
  10. ^ Le elezioni anticipate sono irragionevoli – Juščenko, UNIAN, 19 dicembre 2008.
  11. ^ Tymoshenko Says Ukrainian Crisis Is Over
  12. ^ zik.com.ua, Juščenko si è autodanneggiato - Aleksander Kwasniewski

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